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Giardinaggio biologico: come difendere il verde dopo lo stop agli agrofarmaci

Giardinaggio biologico

Il giardinaggio biologico sarà la nuova frontiera degli appassionati del verde. Negli ultimi mesi del 2022 abbiamo affrontato più volte le problematiche connesse all’entrata in vigore del Decreto 33/2018 del Ministero della Salute, che sostanzialmente vieta il commercio e l’uso di agrofarmaci per la cura delle piante e degli orti a partire dall’1 gennaio di quest’anno. Se vi state domandando come mai non trovate più nei negozi i fitofarmaci che avete sempre utilizzato, è per questa ragione.

Come abbiamo scritto a dicembre (link all’articolo) il Ministero ha maturato un certo ritardo nella concessione delle registrazioni alle imprese del settore e all’entrata in vigore del divieto l’1 gennaio c’erano ancora alcuni aspetti opachi. Oggi abbiamo le idee più chiare!

Dalla “chimica” al giardinaggio biologico

Lo spirito della norma è lodevole: ridurre l’uso dei prodotti chimici nelle case private e promuovere soluzioni alternative biologiche per migliorare la sostenibilità e la salute del pianeta. Se un prodotto danneggia l’ambiente è giusto che il suo uso venga limitato o vietato. Parlando di giardinaggio, è per esempio il caso del piretro, una sostanza naturale, ottenuta da un fiore simile alla Margherita (Chrysanthemum cinerariaefolium) e perciò consentita in agricoltura biologica. D’ora in poi gli hobbisti potranno utilizzarla solo in casa (quindi in confezioni spray pronte all’uso, adatte per piccoli ambienti, come appartementi e terrazzi) e non in giardino, poiché ha un’azione negativa nei confronti delle api. Quindi, pur essendo un prodotto biologico, andrà usato con cautela. Se ci pensiamo, tutte le sostanze sono potenzialmente pericolose, dipende dall’uso che ne facciamo: se li ingeriamo, anche cinque chili di sale o trenta litri d’acqua possono ucciderci.

Chi coltiva le piante e fiori sul terrazzo o in giardino per passione, dovrà per forza avvicinarsi al giardinaggio biologico che prevede un approccio leggermente diverso rispetto all’uso sconsiderato della “chimica”. Dovremo mettere in atto delle buone pratiche agronomiche e utilizzare i prodotti biologici per prevenire l’attacco di insetti parassiti e malattie fungine. Perché in caso di invasioni avremo meno insetticidi e “veleni” a disposizione. Dovremo anche accettare una soglia di danno più alta: se un bocciolo della Rosa viene attaccato dagli afidi, meglio tagliarlo prima che infetti anche gli altri.

Diverso è il caso di chi ha importanti appezzamenti di terreno e coltiva grandi orti o piante da frutto, olivi o viti. I cosiddetti hobby farmer, cioè privati che coltivano per soddisfare le esigenze della propria famiglia senza farne un business. Poiché la normativa colpisce in particolare i prodotti destinati alle piante commestibili (PFnPE, cioè Prodotti Fitosanitari per Piante Edibili) e quelli utilizzati all’aperto, gli hobby farmer non potranno più accedere a prodotti utilizzati tradizionalmente in agricoltura biologica, come il rame. In questo caso potranno scegliere se affidare i trattamenti a un professionista, un giardiniere o un disinfestatore con patentino oppure conseguire loro stessi il cosiddetto patentino fitosanitario, o per meglio dire il Certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari. Non è semplice, poiché è riservato ai professionisti, ma in alcune Regioni ci risulta lo rilascino anche agli utilizzatori privati.

Giardinaggio biologico: quali soluzioni?

La nuova normativa lascia agli hobbisti 3 principali categorie di prodotto: le sostanze attive a basso rischio, le sostanze di base e i corroboranti.

Le sostanze attive a basso rischio sono i pochi preparati rimasti in commercio perché hanno un basso impatto ambientale e non sono persistenti.

Le sostanze di base sono disciplinate da una norma comunitaria e si tratta di sostanze di origine naturale, consentite in agricoltura biologica, che hanno dimostrano una certa efficacia a scopi fitosanitari. Sono estratte di piante, come l’Equisetum arvense e il Salix cortex o minerali, come l’Idrogeno Carbonato di Sodio.

I corroboranti, infine, sono sostanze di origine naturale che migliorano la resistenza delle piante e le proteggono dai danni non parassitari. Sono consentiti in agricoltura biologica e abbracciano un’ampia gamma di prodotti.

Le sostanze di base e i corroboranti possono svolgere un’azione repellente contro gli insetti o le malattie fungine, creando un habitat sulle foglie poco adatto allo sviluppo di spore o alla ovideposizione degli insetti. La presenza di Sapone molle sulle foglie induce gli insetti con apparato boccale pungente-succhiante (come Afidi, Acari, Cocciniglie, ecc.) e scegliere un’altra pianta. Allo stesso modo le polveri minerali diminuiscono l’umidità superficiale delle piante disidratando le spore fungine.

Ci sono poi prodotti elicitori, come il Saccarosio, il Chitosano Cloridrato e il Fruttosio, capaci di indurre nella pianta la biosintesi di metaboliti implicati nelle risposte difensive.

Le soluzioni per il controllo degli insetti parassiti

Per controllare la presenza dei parassiti sulle piante possiamo usare delle trappole cromotropiche adesive. Il colore attira gli insetti che rimangono intrappolati nella colla. Sono utili per ridurre il numero degli adulti, ma soprattutto servono come primo “campanello d’allarme” per indicarci la presenza di parassiti. Se interveniamo subito, potremo risolvere più facilmente il problema.

Per prevenire e combattere gli insetti con apparato masticatore pungente-succhiante (come afidi, acari, cocciniglie, mosche bianche, ecc.) possiamo utilizzare alcuni “insetticidi naturali”, come l’estratto di ortica, gli oli essenziali di agrumi o la farina di basalto. Il sapone molle è particolarmente efficace contro gli afidi, poiché “lava” anche la melata rilasciata questi insetti. Mentre l’estratto di ortica è efficace contro gli acari o ragnetti rossi. Per le piante ornamentali coltivate in casa possiamo ancora ricorrere agli insetticidi con piretro pronti all’uso, efficaci contro afidi, acari e cocciniglie.

Contro insetti parassiti più “importanti”, come cimici, coleotteri e lepidotteri, meglio ricorrere all’Olio di Neeem. Si ottiene dai semi di questa pianta che contengono particolari limonoidi, con odore acre e sapore amaro, capaci di svolgere un effetto molto repellente sugli insetti.

Per le piante edibili, cioè quelle da frutto, dell’orto o le aromatiche, le soluzioni di libera vendita sono molto ridotte. Contro afidi, acari e mosche bianche potremo utilizzare i sali potassici e l’olio minerale paraffinico. Contro i parassiti del terreno potremo ricorrere all’estratto di aglio, mentre contro i lepidotteri risultano efficaci i prodotti a base di Bacillus thuringensis.

Gran parte degli insetticidi che eravamo abituati a utilizzare, come lo Spinosad o la Deltametrina, si possono acquistare solo con patentino.

Le soluzioni per il controllo delle malattie fungine

Contro Oidio, Peronospora, Ticchiolatura e Bolla possiamo utilizzare l’estratto di equiseto, la propoli, il bicarbonato di sodio o la farina di basalto.

Per le piante commestibili, tra i fungicidi chimici sono rimasti disponibili due tipi di rame (ossido di rame e solfato di rame tribasico), utili contro la maggior parte delle malattie batteriche e fungine. Tra i prodotto biologici segnaliamo il bicarbonato di potassio.

Le soluzioni per il controllo di lumache e limacce

Il tradizionale lumachicida, la metaldeide, si potrà acquistare solo con il patentino.

Per controllare e limitare la presenza di lumache e limacce in giardino e nell’orto potremo utilizzare la sepiolite o il fosfato ferrico. Alcuni prodotti, come la sepiolite, sono troppo secchi per essere superati dalle lumache, che hanno bisogno di terreni umidi per scivolare, e creare delle vere e proprie “barriere” in difesa dell’orto. Il fosfato ferrico invece le avvelena.

Le soluzioni per il controllo delle erbe infestanti

Insieme agli agrofarmaci anche gli erbicidi sono coinvolti nella nuova normativa. Da quest’anno gli hobbisti potranno acquistare in libera vendita solo diserbanti a base di acido acetico e acido pelargonico.

Per il diserbo negli orti sarà ancora possibile utilizzare il glifosate: pur avendo una cattiva fama ha un profilo tossicologico poco impattante sull’ambiente.

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