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Agrofarmaci per le piante: cosa cambia da gennaio per gli hobbisti

By 30 Dicembre 2022Blog, Farmacia delle piante
Agrofarmaci per le piante

Dall’1 gennaio l’acquisto degli agrofarmaci per le piante sarà vietato agli hobbisti e alle famiglie italiane. Ecco cosa è successo e come potremo curare le nostre piante in futuro.

Agrofarmaci per le piante vietati dal 1° gennaio 2023

Come abbiamo scritto lo scorso 7 ottobre in un precedente articolo dal 1° gennaio gli hobbisti e gli amanti del giardinaggio non potranno più né acquistare né utilizzare molti dei fitofarmaci a cui eravamo abituati e che fino a oggi erano di libera vendita in commercio. Addirittura anche quelli consentiti in agricoltura biologica.

Ciò è dovuto all’entrata in vigore del Decreto 33/2018 del Ministero della Salute, scritto in concerto con i Ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura. Un Decreto lacunoso e fortemente contestato dalle associazioni di categoria coinvolte, la cui entrata in vigore è già stata prorogata 2 volte e che tutt’oggi presenta dei lati oscuri e in attesa di chiarimento.

La mancanza di chiarezza è determinata dal fatto che il Ministero della Salute non ha ancora terminato il processo di ri-registrazione dei prodotti che potranno essere venduti dal 1° gennaio 2023. Doveva avvenire entro fino ottobre ma è stato spostato a fine dicembre. Dovremo quindi aspettare gennaio per avere qualche risposta in più, valutando i prodotti autorizzati e quelli bocciati. Inoltre il Ministero della Salute si è riservato la possibilità di una seconda valutazione nel 2023: aumentando così l’incertezza.

Precisiamo che condividiamo l’esigenza di ridurre l’inquinamento e di tutelare maggiormente il pianeta. Se il divieto dei fitofarmaci per hobbisti concorre attivamente a questi obiettivi, lo accogliamo volentieri. Ma se ho un grande orto o un frutteto e sono obbligato a rivolgermi a un professionista che effettuerà gli stessi trattamenti, non se ne capisce il vantaggio per il pianeta.

Quali soluzioni per gli hobbisti?

Anche se la normativa non lo considera, gli “hobbisti” non sono tutti uguali, così come non lo sono le loro abitudini e consumi. Il mondo dei green lovers, o degli “utilizzatori non professionali” come ci definisce il Decreto, spazia infatti dall’hobby farmer che ha a disposizione terreni coltivati tradizionalmente in famiglia, con grandi orti e frutteti, oliveti o vigneti, fino all’appassionato cittadino che coltiva piante in casa e sul terrazzo. Sociologicamente spazia da un rapporto “funzionale”, cioè coltivo l’orto per cibarmi di frutti biologici, fino a un rapporto “emozionale” che attribuisce alla pianta d’appartamento lo status di membro della famiglia.

Per essere pratici, avremo 3 possibilità a disposizione:

  1. ricorrere a un giardiniere professionista dotato del “patentino fitosanitario” necessario per acquistare e utilizzare gli agrofarmaci per le piante. Una soluzione per esempio adatta per l’hobby farmer che vorrà effettuare i trattamenti preventivi con prodotti rameici nell’orto. Più difficile e poco conveniente per chi cura le piante su un terrazzo cittadino.
  2. Ottenere il “patentino fitosanitario” o per meglio dire l’abilitazione all’acquisto e utilizzo di fitosanitari. È una soluzione estrema, richiede la partecipazione a un corso e a un esame e ha anche un costo di circa 100/150 euro. È conveniente solo per gli hobby farmer che hanno grandi appezzamenti coltivati e da difendere.
  3. Smettere di usare fitofarmaci e ricorrere solo alle soluzioni di libera vendita, sfruttando il mix dell’azione di corroboranti, sostanze di base e a basso rischio che potremo trovare liberamente in commercio. Partendo però dal presupposto che dovremo modificare l’approccio alla “difesa” delle piante: da un metodo “risolutivo” (vedo l’Afide e lo uccido) a uno “preventivo”, creando le condizioni chimico/fisiche affinché la pianta possa sviluppare le difese immunitarie naturali e i parassiti e i funghi non trovino le condizioni ideali per nidificare e/o svilupparsi.

Giardinaggio biologico: come cambierà il modo di coltivare?

Come dicevamo poco fa, il giardinaggio biologico richiede un cambio dei programmi di coltivazione, poiché dovremo imparare a “prevenire” l’arrivo dei parassiti anziché combatterli quando sono già comparsi in massa.

Le soluzioni biologiche hanno capacità repellenti nei confronti degli insetti, ma hanno una minore efficacia dei fitofarmaci “chimici”, cioè soluzioni studiate in laboratorio non solo per migliorare l’efficacia ma anche, per esempio, per allungarne la persistenza nel corso del tempo. Il Piretro è un insetticida naturale estratto da una particolare Margherita; i piretroidi sono sostanze chimiche ispirate al Piretro ma migliorate nell’efficacia, nella persistenza e nella selettività (cioè per colpire solo alcuni tipi di insetti). Il Piretro, per esempio, pur essendo di origine naturale danneggia le api e per questa ragione da gennaio sarà limitata la vendita solo per le piante ornamentali indoor e sarà vietato nell’orto e in giardino.

Gli hobby farmer che hanno grandi orti e frutteti, insieme alle soluzioni biologiche potranno comunque utilizzare i prodotti a base di rame, zolfo e piretro, tutti consentiti in agricoltura biologica. Ma dovranno avere il patentino o ricorrere a un professionista.

Chi invece coltiva le piante ornamentali in casa e sul terrazzo dovrà accettare una soglia di danno più alta rispetto al passato. Se un bocciolo della Rosa sul balcone si riempie di Afidi, dovremo considerare di tagliarlo prima che infetti il resto della pianta o del giardino.

Prodotti per piante ornamentali: cosa potremo acquistare

L’offerta di PFnPO (così la normativa definisce i Prodotti Fitofarmaci per Piante Ornamentali) da gennaio vedrà una forte restrizione, poiché sono poche le molecole che si sono salvate (da 70 a meno di 10). Per esempio tra gli insetticidi “chimici” non potremo più contare sull’acetamiprid, un potente insetticida sistemico neonicotinoide, o sulla deltametrina, il piretroide più famoso al mondo con un notevole effetto abbattente ma una bassa persistenza. Ma saranno vietati anche alcuni insetticidi biologici, come l’Azadiractina (limonoide estratto dai semi dell’Albero di Neem) e lo Spinosad (tossina di origine naturale).

Tra gli insetticidi per le piante ornamentali dovrebbero sopravvivere gli insetticidi a base di Piretro ma solo per un uso indoor. Utili per gli hobbisti da balcone, ma restano a bocca asciutta i proprietari di grandi giardini. Un’alternativa è l’Olio di Colza e altre soluzioni ancora in fase di approvazione da parte del Ministero.

Tra i fungicidi PFnPO sopravvive solo una registrazione: il Potassio Fosfonato, che però non ha attività sui funghi più importanti per le ornamentali, come l’Oidio e la Ruggine.

Per il tappeto erboso non resta nulla, se non gli Acidi Pelargonici utili per il diserbo. Oltre ai prati, le piante ornamentali dei nostri giardini rimarranno senza difese nei confronti di alcune malattie fungine (Oidio e Ruggine), di molti insetti (Lepidotteri, Acari, ecc.) e delle erbacce (l’Acido Pelargonico è limitato come diserbante).

Prodotti per piante commestibili: cosa potremo acquistare

L’offerta di prodotti per la difesa delle piante commestibili (PFnPE Prodotti Fitosanitari per Piante Edibili) sarà ancora più ridotta. Da oltre 400 registrazioni si passa anche qui a una decina di soluzioni: sarà un problema per gli hobbisti che coltivano orti, frutteti, vigne o oliveti.

Tra gli insetticidi non potremo contare sul naturale Piretro, a causa della bassa selettività nei confronti delle api, salvo ripensamenti dell’ultim’ora da parte del Ministero. Gli hobbisti potranno usare solo insetticidi biologici, come i Bacillus, l’Olio di Colza e un nuovo acaricida composto da acidi grassi. Avremo anche 1 lumachicida: il Fosfato Ferrico, una sostanza a basso rischio. Purtroppo soluzioni inefficaci contro molti insetti tipici degli orti e dei frutteti italiani, come la Dorifora della Patata e gli insetti del terreno o i Lepidotteri degli alberi da frutto. Se sacrificare un bocciolo di una Rosa sul terrazzo può non essere un problema, non è accettabile vedere sparire il frutto di un raccolto coltivato per mesi con molte ore di lavoro, fatica e soldi investiti. Per questa ragione ci aspettiamo un ripensamento e un’apertura da parte del Ministero.

Tra i fungicidi per le piante commestibili il Ministero ha dimostrato una tardiva apertura nei confronti dei prodotti a base di Rame. Ma ha solo spostato il divieto di utilizzo a partire dal 31 dicembre 2025 e ne ha ridotto l’offerta a due tipi (ossido di rame e solfato di rame tribasico) e solo per il trattamento della Vite e dell’Olivo. Anche in questo caso la normativa appare insufficiente e gli operatori del settore si attendono che il Ministero colmi questa lacuna. Per esempio per ampliando l’offerta anche ai piccoli orti per combattere la Peronospora o l’Odio dai Pomodori. Che altrimenti rimarrebbero senza difese dalle malattie fungine.

In attesa che il Ministero fornisca delle risposte, abbiamo notato l’immissione sul mercato di molti concimi a base di Rame. Un prodotto (il fertilizzante) non considerato da questo Decreto.

I prodotti biologici, naturali e a basso rischio

Visto che avremo a disposizione meno “veleni” per difendere le nostre piante, dovremo imparare a sperimentare il “giardinaggio biologico”. Un approccio bio alla cura delle piante presuppone però un diverso ciclo di coltivazione, capace di integrare tutti le soluzioni a nostra disposizione. Per far crescere sane le nostre piante, per migliorarne le difese immunitarie e per prevenire l’insorgere di malattie fungine o colonie di parassiti.

Possiamo distinguere 3 nuove categorie di prodotti:

  1. le sostanze attive a basso rischio
  2. le sostanze di base, entrambe disciplinate da norme europee (Ce 1107/2009)
  3. i corroboranti, disciplinati solo da una norma italiana (Dm 6793/2018).

Le sostanze attive a basso rischio sono contenute in preparati non classificati. Non sono persistenti, hanno un basso fattore di bio-concentrazione e in alcuni casi sono consentite in agricoltura biologica. Per lo più sono microorganismi e sostanze fungicide.

Le sostanze di base sono sostanze naturali non utilizzate principalmente per scopi fitosanitari ma che possono apportare un beneficio alle piante. Anche in questo caso c’è una prevalenza di fungicidi. Come l’Equisetum arvense, l’Idrossido di Calcio, il Salix cortex o l’Idrogeno Carbonato di Sodio. In altri casi sono elicitori, cioè agenti in grado di indurre nella pianta la biosintesi di metaboliti implicati nelle risposte difensive. Come il Saccarosio, il Chitosano Cloridrato e il Fruttosio. Le sostanze di base sono consentite in agricoltura biologica.

I corroboranti, infine, sono sostanze di origine naturale che migliorano la resistenza delle piante e le proteggono dai danni non parassitari. Sono consentiti in agricoltura biologica e abbracciano un’ampia gamma di prodotti.

Alcuni svolgono un’azione insetticida, come il Sapone Molle contro gli Afidi o gli oli vegetali contro Cocciniglie e Acari.

Altri corroboranti svolgono invece un’azione utile per prevenire lo sviluppo di malattie fungine. Come la Polvere di Roccia che ha un effetto igroscopico e riducendo l’umidità danneggia le spore dei funghi. Svolgono un’azione simile anche il Bicarbonato di Sodio, il Gel di Silice, la Calce Viva, l’Estratto Integrale di Castagno a base di tannino, l’Olio vegetale trattato con ozono e l’Estratto Gliconico a base di flovonoidi.

Oltre all’irrigazione e alla concimazione, dovremo prevedere periodicamente una serie di trattamenti volti a prevenire l’insorgere di problemi. In primavera, quando arriva il caldo e con lui i primi insetti, dovremo nebulizzare sulle piante del terrazzo un prodotto insetticida come il Sapone Molle o gli oli vegetali. Creano una patina sulla foglia sgradevole per gli insetti, che non muoiono ma vanno su altre piante a nidificare. L’intervento va però ripetuto periodicamente nei periodi più critici, poiché il Sapone Molle non ha una lunga persistenza sulle foglie. E in caso di pioggia dovremo ripetere l’intervento.

Trattandosi di prodotti di origine naturale che potenziano le difese delle piante da attacchi biotici e abiotici, la modalità di applicazione più ripetitiva rispetto ai fitofarmaci gioca un ruolo fondamentale per il conseguimento dell’efficacia.

Continua a seguirci, torneremo su questo argomento a gennaio, quando la situazione sarà più chiara. E potremo fornirti altri suggerimenti per la creazione di un programma di coltivazione biologico.

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