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Come coltivare gli Echinocactus: i cuscini di suocera

By 23 Giugno 2022Blog
coltivare gli Echinocactus

Possiamo coltivare gli Echinocactus se siamo cercando delle piante scultoree ma facili da coltivare in casa. Possiamo scegliere tra alcune varietà ma l’Echinocactus grusonii è il più diffuso. Conosciuti con l’irriverente soprannome di “cuscini di suocera”, gli Echinocactus grusonii sono cactacee con una forma sferica, come i Notocactus e i Ferocactus.

Un po’ come tutte le piante grasse è il frutto di millenni di evoluzione che, per sopravvivere ai climi desertici, ha trasformato le foglie in spine con l’obiettivo di limitare la superficie traspirante e l’evaporazione dell’acqua e proteggere la pianta dai predatori.

Il fusto è di un colore verde brillante ed è ricco di costolature irto di robuste spine gialle. C’è anche una varietà senza spine: l’Echinocactus Inermis. In natura le piante adulte fioriscono in primavera con lunghi fiori gialli. Ma in appartamento in Italia non è facile farla fiorire.

Dove coltivare gli Echinocactus

In natura crescono tutto l’anno nelle zone desertiche del centro America. Quindi in Italia può essere coltivato in giardino soltanto nelle zone con climi molto miti e costieri.

Non tollera il freddo sotto i 13°C e mal tollera gli sbalzi repentini di temperatura. Quindi nel resto d’Italia va coltivato in vaso.

In estate possiamo spostarlo sul terrazzo o in giardino in una posizione assolata, ma con l’arrivo dell’autunno va spostato perché va in riposo vegetativo. L’ideale è conservarlo in un luogo luminoso, con una temperatura compresa tra 5/10°C e senza irrigazione.

Possiamo anche tenerlo in casa in inverno, con 20°C, ma se lo conserviamo in un ambiente fresco stimoleremo la fioritura primaverile.

Come irrigare gli Echinocactus

Il trucco per coltivare gli Echinocactus correttamente è un’irrigazione equilibrata. Nei mesi più caldi, in primavera e in estate, va irrigato periodicamente, soltanto quando il terriccio risulta perfettamente asciutto. Evitiamo i ristagni nel sottovaso che sono mortali per le piante grasse: stimolano facilmente malattie fungine, molto difficili da curare e che sicuramente danneggeranno l’estetica della pianta.

Evitiamo l’uso di acqua troppo fredda e irrighiamo nelle ore più fresche della giornata

Col l’arrivo dell’autunno la pianta entra in riposo vegetativa e non va innaffiata fino a marzo, quando le temperature iniziano a salire.

Come rinvasare gli Echinocactus

Dopo l’acquisto possiamo rinvasare la pianta nel vaso destinato a ospitarla. Le radici sono molto delicate e si spezzano facilmente quindi prestiamo molta attenzione e utilizziamo guanti robusti. La pianta ha una crescita molto lenta e quindi l’operazione di travaso si effettua raramente e quando la “palla” avrà occupato tutto lo spazio a disposizione e le radici escono dal fondo. Il momento migliore per il travaso è a marzo.

Stendiamo sul fondo del vaso uno strato generoso di materiale inerte, come ghiaia o argilla espansa, per migliorare il drenaggio dell’acqua ed evitare il contatto delle radici con quella in eccesso. Riempiamo poi il vaso con un terriccio specifico per piante grasse. È molto importante scegliere un substrato di coltivazione specifico per cactacee, poiché contengono sabbia e materie prime che migliorano il drenaggio dell’acqua.

Come concimare gli Echinocactus

Il terriccio contiene le sostanze nutritive per le prime settimane, in seguito dovremo prevedere un programma di concimazione annuale. Possiamo diluire nell’acqua dell’irrigazione una dose di fertilizzante liquido per cactacee, una volta al mese in primavera e in estate. In autunno e in inverno le concimazioni vanno sospese per stimolare la pianta a entrare nel riposo vegetativo invernale.

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