Coltivare le piante grasse è facile a patto di rispettare poche, ma vitali, esigenze di base. I cactus sono piante davvero affascinanti e rappresentano un particolare esempio dell’evoluzione genetica: le loro spine sono infatti foglie modificate per evitare l’evaporazione e trattenere l’umidità. Essendo originari di zone desertiche o predesertiche, hanno maturato la capacità di trasformare e immagazzinare le risorse idriche all’interno del loro fusto, adattandosi perfettamente all’ambiente in cui crescono. Questa caratteristica li rende la pianta ideale per chi si dimentica spesso di innaffiare o ha poco tempo da dedicare al giardinaggio, poiché hanno un’alta resistenza alla siccità.
Ma questo non significa che non abbiamo bisogno di cure: scopriamole insieme in una sorta di decalogo!
Coltivare le piante grasse in 10 mosse
- L’acquisto. Preferite le piante dotate di un cartellino che indica il nome della specie: vi servirà per raccogliere le informazioni sulle sue caratteristiche ed esigenze specifiche. Se la pianta è un regalo, meglio verificare che il destinatario sia disponibile a impegnarsi quel minimo che occorre per trovare una collocazione adatta, soprattutto quando si tratta di specie piuttosto rare o molto vecchie e quindi pregiate. Non lasciate gli esemplari a lungo in auto, né d’estate sotto il sole caldo né d’inverno con il freddo: fateli imballare bene per evitare lo shock da correnti d’aria fredda.
- Il vaso. Vivono anche in ciotole basse, ma un vaso alto riduce il rischio di ristagno d’acqua. La terracotta, permeabile e traspirante, è la scelta migliore.
- Il posto. In estate le piante grasse possono essere spostate anche all’aperto. Nelle altre stagioni evitiamo di esporre i cactus a temperature inferiori a 10°C e riportiamoli in casa. Scegliamo una posizione assolata ma lontana da fonti di calore (stufe, caloriferi, ecc.) o spifferi (aria condizionata, porta finestra, ecc.).
- Il terriccio. Usiamo sempre substrati specifici per cactacee e piante grasse: contengono sabbia che conferisce porosità e leggerezza. Miglioriamo il drennaggio stendendo uno strato di biglie di argilla espansa o ghiaia sul fondo del vaso
- L’irrigazione. I cactus resistono alla siccità, ma vivono meglio se correttamente irrigati. In estate innaffiate le piante all’aperto ogni 3 giorni, quelle che rimangono in casa ogni 8-10 giorni. In inverno, forniamo pochissima acqua ogni 15 giorni.
- L’acqua. Usiamo acqua non calcarea o acqua piovana. In alternativa possiamo lasciare decantare per un giorno l’acqua del rubinetto in un annaffiatoio o un secchio. Possiamo anche usare acqua piovana. Deve essere a temperatura ambiente per evitare stress alle radici.
- Il concime. Le risorse contenute nel terriccio del vaso tendono a esaurire, quindi dobbiamo prevedere un ciclo di concimazione. Usiamo un fertilizzante specifico per cactacee, in formulazione liquida o granulare. Nel periodo vegetativo, il concime va fornito ogni 12-15 giorni, in dosi modeste.
- La fioritura. In prossimità della fioritura (a seconda della specie in autunno, a fine inverno o a inizio estate), somministrate concimazioni ad alto tenore di fosforo e potassio per stimolare la fioritura.
- La pulizia. Passate un pennellino morbido tra le spine, ogni 3 settimane.
- L’osservazione. Osservate spesso i vostri cactus, meglio se con una lente d’ingrandimento, per riconoscere i segni di eventuali malattie e parassiti. Prima di agire occorre capire quale tipo di problema bisogna combattere: insetto, malattia fungina oppure fisiopatia (cioè il disagio derivante da una condizione ambientale non adatta).