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Come coltivare le piante grasse in 10 mosse

By 19 Ottobre 2020Blog
coltivare le piante grasse

Coltivare le piante grasse è facile a patto di rispettare poche, ma vitali, esigenze di base. I cactus sono piante davvero affascinanti e rappresentano un particolare esempio dell’evoluzione genetica: le loro spine sono infatti foglie modificate per evitare l’evaporazione e trattenere l’umidità. Essendo originari di zone desertiche o predesertiche, hanno maturato la capacità di trasformare e immagazzinare le risorse idriche all’interno del loro fusto, adattandosi perfettamente all’ambiente in cui crescono. Questa caratteristica li rende la pianta ideale per chi si dimentica spesso di innaffiare o ha poco tempo da dedicare al giardinaggio, poiché hanno un’alta resistenza alla siccità.

Ma questo non significa che non abbiamo bisogno di cure: scopriamole insieme in una sorta di decalogo!

Coltivare le piante grasse in 10 mosse

  1. L’acquisto. Preferite le piante dotate di un cartellino che indica il nome della specie: vi servirà per raccogliere le informazioni sulle sue caratteristiche ed esigenze specifiche. Se la pianta è un regalo, meglio verificare che il destinatario sia disponibile a impegnarsi quel minimo che occorre per trovare una collocazione adatta, soprattutto quando si tratta di specie piuttosto rare o molto vecchie e quindi pregiate. Non lasciate gli esemplari a lungo in auto, né d’estate sotto il sole caldo né d’inverno con il freddo: fateli imballare bene per evitare lo shock da correnti d’aria fredda.
  1. Il vaso. Vivono anche in ciotole basse, ma un vaso alto riduce il rischio di ristagno d’acqua. La terracotta, permeabile e traspirante, è la scelta migliore.
  1. Il posto. In estate le piante grasse possono essere spostate anche all’aperto. Nelle altre stagioni evitiamo di esporre i cactus a temperature inferiori a 10°C e riportiamoli in casa. Scegliamo una posizione assolata ma lontana da fonti di calore (stufe, caloriferi, ecc.) o spifferi (aria condizionata, porta finestra, ecc.).
  1. Il terriccio. Usiamo sempre substrati specifici per cactacee e piante grasse: contengono sabbia che conferisce porosità e leggerezza. Miglioriamo il drennaggio stendendo uno strato di biglie di argilla espansa o ghiaia sul fondo del vaso
  1. L’irrigazione. I cactus resistono alla siccità, ma vivono meglio se correttamente irrigati. In estate innaffiate le piante all’aperto ogni 3 giorni, quelle che rimangono in casa ogni 8-10 giorni. In inverno, forniamo pochissima acqua ogni 15 giorni.
  1. L’acqua. Usiamo acqua non calcarea o acqua piovana. In alternativa possiamo lasciare decantare per un giorno l’acqua del rubinetto in un annaffiatoio o un secchio. Possiamo anche usare acqua piovana. Deve essere a temperatura ambiente per evitare stress alle radici.
  1. Il concime. Le risorse contenute nel terriccio del vaso tendono a esaurire, quindi dobbiamo prevedere un ciclo di concimazione. Usiamo un fertilizzante specifico per cactacee, in formulazione liquida o granulare. Nel periodo vegetativo, il concime va fornito ogni 12-15 giorni, in dosi modeste.
  1. La fioritura. In prossimità della fioritura (a seconda della specie in autunno, a fine inverno o a inizio estate), somministrate concimazioni ad alto tenore di fosforo e potassio per stimolare la fioritura.
  1. La pulizia. Passate un pennellino morbido tra le spine, ogni 3 settimane.
  1. L’osservazione. Osservate spesso i vostri cactus, meglio se con una lente d’ingrandimento, per riconoscere i segni di eventuali malattie e parassiti. Prima di agire occorre capire quale tipo di problema bisogna combattere: insetto, malattia fungina oppure fisiopatia (cioè il disagio derivante da una condizione ambientale non adatta).

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