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Come curare il Cipresso di Leyland: la farmacia delle piante

By 6 Ottobre 2020Blog

Coltivare e curare il Cipresso di Leyland è abbastanza semplice e per questa ragione viene spesso utilizzato come pianta da siepe, poiché forma uno schermo davvero impenetrabile, sia dal sole sia dagli sguardi indiscreti. Ma si tratta di una pianta bellissima che viene apprezzata anche come pianta singola.

Il Cipresso di Leyland (Cupressocyparis x leylandii) è una conifera sempreverde, con portamento eretto e colonnare, dal fogliame compatto, triangolare.

Vigoroso e rustico, questo cipresso ibrido supera facilmente i 6 metri di altezza. Esistono varietà con fogliame più o meno denso e colori diversi. Tutte tollerano le potature ripetute e si prestano a formare veri e propri “muri verdi”.

La varietà Haggerston Grey ha piccole foglie verde-grigio scuro, la Leighton Green ha fronde piatte, triangolari, frastagliate, di un verde vivace ed è ottima per formare siepi, mentre la Gold Rider ha fogliame di colore giallo oro.

Curare il Cipresso di Leyland

Il Cipresso di Leyland cresce molto bene in Italia ed è una pianta molto rustica: da adulta sopporta la siccità, il freddo fino a -20°C e l’aria salmastra tipica degli ambienti marini. Predilige un’esposizione soleggiata ma cresce bene anche in mezz’ombra.

Per formare siepi, le giovani piante si mettono a dimora a una distanza di 60 cm tra loro.

Irrigazione

Gli esemplari coltivati in giardino sono praticamente autosufficienti e vanno bagnati solo quando sono giovani e nel periodo estivo in presenza di forte siccità.

Nel caso di coltivazioni in vaso dobbiamo invece rispettare irrigazioni regolari per fare in modo che il terriccio sia sempre umido. Ma non fradicio, poiché la pianta teme i ristagni idrici. I ristagni idrici e un’eccessiva umidità ambientale creano le condizioni per lo sviluppo di malattie fungine e marciumi radicali.

Concimazione

Per sostenere lo sviluppo della pianta, specialmente nei primi anni e in caso di coltivazioni in vaso, possiamo utilizzare un concime organico (per esempio uno stallatico pellettato) oppure un fertilizzante a lenta cessione per conifere da distribuire sul terreno alla base delle piante in primavera e in autunno.

Potatura

La potatura non è necessaria per gli esemplari isolati. Se invece si tratta di una siepe dobbiamo effettuare delle potature per mantenere la forma e ottenere piante più folte. Più la siepe verrà potata e più sarà stimolata a vegetare in modo compatto. Normalmente si interviene due volte all’anno, all’inizio della primavera e dell’autunno, ma possiamo effettuare un terzo intervento in agosto.

Gli interventi di potatura saranno anche l’occasione per tagliare i rami danneggiati o secchi.

La potatura è sempre stressante per la pianta, quindi evitiamo le giornate troppo calde o fredde. Nel caso di rami grandi, disinfettiamo la ferita con una pasta cicatrizzante specifica. I giardinieri sono soliti effettuare un trattamento con una soluzione a base di acqua e rame (una pratica consentita in agricoltura biologica) per disinfettare le ferite: in questo modo evitano il rischio che le potature diventino vie di accesso per funghi o insetti fitofagi.

Le malattie fungine del Cipresso di Leyland: come prevenire e risolvere il problema

Nonostante la sua rusticità, può capitare che il Cipresso di Leyland sia vittima di malattie fungine o disseccamenti parziali.

I problemi più frequenti sono il Seridium cardinale detto Cancro del Cipresso e la Didymascella.

Il Cancro del Cipresso si manifesta con l’appassimento dei rami infetti, che tendono a diventare rossastri. Per risolvere il problema possiamo utilizzare un fungicida specifico, al primo manifestarsi della malattia, con trattamenti a intervalli di 15 giorni partendo da giugno-luglio fino a tutto ottobre.

La Dydimascella è un fungo che colpisce molte conifere, specialmente nei primi anni d’impianto. Si manifesta in primavera e in estate, disseccando porzioni di rami in modo parziale o totale. Il disseccamento parte dai rami più bassi e da un lato solo della chioma, fino a colpire tutta la pianta.

Il modo migliore per combattere queste malattie fungine è la prevenzione: cioè creare delle condizioni ambientali sfavorevoli allo sviluppo delle spore dei funghi. Le mattie fungine sono stimolate dall’umidità atmosferica elevata, dalla scarsa illuminazione fogliare, dalle alte temperature e dall’inquinamento atmosferico. Evitare i ristagni idrici ed effettuare potature regolari per sfoltire la chioma, e quindi far circolare meglio l’aria tra i rami della siepe, sono due interventi preventivi molto utili.

Se le piante vengono colpite da un fungo, dobbiamo considerare che la pianta tenderà a peggiorare progressivamente e che le infezioni si propagano velocemente e facilmente, a causa delle spore trasportate dal vento e nel terreno. Quindi è bene intervenire velocemente per evitare la perdita delle piante.

In presenza di un’infezione fungina e del disseccamento dei rami possiamo intervenire con un trattamento con un fungicida specifico, con trattamenti a intervalli di 15 giorni partendo da giugno/luglio fino a tutto ottobre.

Per prevenire infezioni fungine, possiamo prevedere dei trattamenti periodici con una soluzione a base di rame (pratica consentita anche in agricoltura biologica), almeno due volte all’anno, sia sul terreno sia sulla vegetazione. Si applica con una classica pompa per irrorazione, seguendo i dosaggi indicati sull’etichetta.

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