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Presto vietati gli agrofarmaci per hobbisti: dalla lotta alla prevenzione

agrofarmaci per hobbisti

Se vi siete chiesti come mai gli agrofarmaci per hobbisti sono sempre meno presenti negli scaffali dei negozi specializzati, è bene sapere che è frutto della prossima entrata in vigore del decreto 33/2018 del Ministero della Salute, che da novembre sostanzialmente cancellerà la quasi totalità degli agrofarmaci utilizzati abitualmente dagli hobbisti. Il problema è che la normativa italiana è la più severa in Europa, secondo un’inchiesta condotta dall’associazione no-profit Promogiardinaggio, e vieterà non solo i prodotti di sintesi (diciamo “chimici”) ma anche quelli consentiti in agricoltura biologica come le soluzioni a base di rame e zolfo, tradizionalmente utilizzate (pensiamo a verderame, poltiglia bordolese, ecc.) per proteggere le colture dall’attacco di parassiti e malattie fungine. Ma anche il piretro, estratto dalle margherite, utilizzato fin dai tempi dei Romani per tenere lontani pidocchi e parassiti.

Se pensiamo che il Decreto 33/2018 è nato per recepire la Direttiva europea detta “Usi Sostenibili”, che invitava i paesi membri a limitare l’uso dei prodotti (“limitare” non vietare) e promuovere le soluzioni biologiche (non vietare), è facile intuire che c’è qualcosa che non va. Infatti le associazioni di categoria stanno lavorando con il Ministero per modificare alcuni aspetti della norma. Il Decreto avrebbe dovuto entrare in vigore il 2 maggio 2020 ma ha già ottenuto una proroga, fino al 2 novembre 2021, proprio per affrontare queste modifiche. Nel frattempo è arriva una pandemia e il risultato è che per ora non ci sono segnali di miglioramento: anche la proroga di un anno (fino al novembre 2022) recentemente richiesta non è stata accettata.

Agrofarmaci per hobbisti: le conseguenze per gli appassionati

In mezzo a questo braccio di ferro tra ministeri e industrie, a rimetterci rischiano di essere gli hobbisti, che non avranno più a disposizione i tradizionali sistemi di lotta a parassiti e malattie fungine e dovranno ricorrere a prodotti totalmente naturali. Che richiede però un cambio di mentalità, dalla lotta alla prevenzione: i prodotti biologici infatti prevedono trattamenti continui a scopo preventivo. Mentre sono meno efficaci in caso di infestazioni conclamate, su cui sono più risolutivi i prodotti “tradizionali” consentiti in agricoltura biologica (zolfo, rame, piretro, ecc.).

In realtà ci sarebbe un’altra soluzione: prendere il “patentino” dei professionisti. Cioè l’abilitazione a utilizzare agrofarmaci che prevede un corso e un esame. La legge indica solo la maggiore età come requisito e non è obbligatorio essere un’azienda agricola o avere una partita Iva. Il problema è che le Regioni fanno già fatica a rinnovare i patentini di oltre 300.000 professionisti e non sarebbero in grado di gestire anche 10 milioni di hobbisti. Anche in una città come Milano non è semplice trovare un corso. In ultima analisi ci sembra una soluzione un po’ drastica: è un po’ come doversi laurearsi in medicina per poter acquistare un antinfiammatorio in Farmacia!

Nella speranza che le associazioni di categoria e il Ministero cambino la normativa e permettano agli hobbisti di utilizzare almeno le soluzioni consentite in agricoltura biologica, vediamo quali sono le soluzioni naturali e come dovremo utilizzarle.

Le soluzioni naturali: dalla lotta alla prevenzione

La prima forma di prevenzione dagli attacchi di malattie fungine o parassiti è mettere le piante nelle giuste condizioni per crescere sane: è noto che una pianta sana è meno soggetta ad attacchi rispetto a una pianta indebolita.

Partendo dalle buone pratiche agricole, dovremo scegliere gli arbusti e le piante che più si adattano alla nostra fascia climatica. Se le piante che seminiamo o piantumiamo sono coerenti con il territorio, poniamo le basi ottimali per il corretto sviluppo e la minima necessità di cure. Per lo stesso principio, dovremo mettere a disposizione delle piante un substrato soffice, fertile e che assorba l’acqua come una spugna ma senza rimanere inzuppato. In giardino possiamo migliorare la qualità del suolo con gli ammendanti, mentre per la coltivazione in vaso scegliamo un substrato di qualità e specifico per la pianta che andremo a coltivare (verdi, fiorite, orchidee, cactacee, ecc.) e provvediamo a rinvasi periodici per sostituirlo. Anche la concimazione è fondamentale: l’apporto regolare di fertilizzanti è necessario per ricostituire la riserva nutritive del terreno e far crescere piante vigorose. Infine, anche un corretto utilizzo dell’acqua ci permette di prevenire l’insorgenza di malattie: i funghi, in particolare, sono spesso causati da un eccesso di umidità.

Una volta garantite le giuste condizioni di sviluppo, possiamo analizzare le soluzioni naturali che ci aiutano a difenderci dall’arrivo di parassiti e malattie fungine.

Per creare un programma di lotta, fatto di prevenzione e protezione, dobbiamo anzitutto distinguere gli insetti parassiti in due grandi famiglie: i defogliatori, che rosicchiano le foglie o provocano delle gallerie nelle foglie e negli steli (come la Dorifora o le larve minatrici), e i pungitori, che si nutrono bucando e succhiando la linfa da foglie, steli o frutti (come Afidi, Cocciniglie, Mosche bianche, ecc.).

Focalizzando questa distinzione, possiamo intervenire con prodotti che agiscono per contatto, per ingestione oppure ad azione repulsiva.

Il sapone molle è un ottimo detergente per pulire le foglie della fumaggine e dalla melata, generalmente causate dalla presenza di afidi e cocciniglie. Se applicato regolarmente, lascia sulla pianta un ambiente poco adatto allo sviluppo di colonie di parassiti. Va utilizzato soprattutto in fase di prevenzione.

Tra dicembre e febbraio possiamo usare anche delle trappole adesive o a feromoni per rilevare subito la presenza degli insetti e in parte catturarli.

Per la protezione delle piante nei mesi più caldi, possiamo ricorrere all’estratto d’ortica che allontana gli insetti e crea una superficie non adatta allo sviluppo di malattie fungine. Anche i prodotti a base di estratti di Neem svolgono un’azione simile, rendendo poco attrattive e inospitali le piante per gli insetti che la vogliono colonizzare.

La polvere di roccia (zeolite, caolino, bentonite, ecc.) è utile invece in presenza di eccessiva umidità, poiché svolge un’azione disidratante. Ciò scoraggia la presenza di lumache e limacce nell’orto e riduce il rischio di malattie fungine. Crea sul fogliame una barriera fisica e un ambiente sfavorevole per lo sviluppo di funghi e insetti.

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