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Come irrigare le piante in vaso risparmiando acqua

By 1 Luglio 2022Blog

Anche se c’è l’emergenza idrica, tutti noi sappiamo che irrigare le piante in vaso è fondamentale per la loro sopravvivenza. Usare con parsimonia una risorsa importante come l’acqua è però un aspetto importante per qualsiasi appassionato di giardinaggio e amante della natura. Se riflettiamo, non ha molto senso irrigare esageratamente le piante con acqua potabile, per poi dover buttare via quella in eccesso nei sottovasi. Se pagassimo l’acqua come la luce o il gas saremmo sicuramente più parsimoniosi nell’uso di questa risorsa.

Irrigare le piante in vaso con la siccità: soluzioni per le piante d’appartamento

Quando irrighiamo con un annaffiatoio generalmente eroghiamo più acqua di quella necessaria, infatti in seguito dovremo svuotare i sottovasi, e quindi inzuppiamo completamente il terriccio. I substrati di coltivazione (quelli che chiamiamo “terricci”) sono concepiti per trattenere l’umidità e rilasciarla alle radici nel corso del tempo, ma è evidente che una buona parte evaporerà sotto l’azione dei raggi solari. Specialmente in estate, cioè nella stagione in cui sono più frequenti i problemi idrici.

Domandiamoci: di tutta l’acqua che abbiamo versato con l’annaffiatoio, quanta è stata effettivamente assorbita dalle radici e quanto è andata nel sottovaso o è evaporata? Gran parte del nostro impegno va in fumo. È su queste basi che si basa la micro-irrigazione. Cioè l’uso di piccoli gocciolatori, comandati da una centralina o da un timer, che forniscono a ogni vaso la giusta quantità di acqua negli orari che preferiamo. Per esempio in piena notte quando, in assenza del sole, l’acqua può raggiungere facilmente le radici per molte ore.

L’uso dei gocciolatori e della micro-irrigazione porta altri vantaggi con sé. Crescono meno erbacce perché non trovano acqua in abbondanza, si bagna solo il terreno limitando l’insorgere di malattie fungine sulle foglie e naturalmente si abbattono i consumi d’acqua per l’irrigazione

Gli impianti con gocciolatori possono essere installati sia sul terrazzo sia in casa. Sul terrazzo possiamo collegare la centralina o il timer direttamente a un rubinetto: da qui potremo facilmente portare l’acqua nei differenti vasi grazie a una serie di tubicini facilissimi da montare.

In casa è sconsigliato l’uso di programmatori: in caso di guasto rischiamo di allagare la casa e i vicini. Ma possiamo ricorrere a impianti simili ma dotati di un contenitore d’acqua: sarà sufficiente posizionarlo leggermente al di sopra dei vasi da bagnare. Un semplice timer lascerà scorrere l’acqua ogni giorno nei tubicini per raggiungere tutti i vasi. In alcuni modelli l’acqua scende a cascata ed è quindi necessario posizionare il serbatoio al di sopra dei vasi; in altri è spinta da una piccola pompa idraulica. Generalmente funzionano a batteria o a energia solare, per facilitare il posizionamento del serbatoio vicino ai vasi senza dover usare prolunghe.

Per i singoli vasi possiamo utilizzare dei particolari puntali sui quali avvitare una normale bottiglia d’acqua. Anche in questo caso l’acqua verrà assorbita dal terreno per osmosi, man mano che si asciugerà. Bagniamo bene il terriccio prima di inserire il puntale.

I vasi con riserva d’acqua

Un’altra soluzione per ridurre i consumi d’acqua delle piante d’appartamento e di preferire i vasi con riserva d’acqua. Si tratta di particolari contenitori composti da due “anime”: la prima contiene il terriccio e la pianta, mentre la seconda ospita un serbatoio d’acqua a contatto con il substrato. Man mano che il terriccio si asciuga, per osmosi aspira l’acqua di “riserva”, mantenendo sempre la giusta umidità per il corretto sviluppo delle radici e della pianta.

Normalmente questi vasi sono dotati di un piccolo segnalatore, di solito un galleggiante, che indica il prossimo esaurimento dell’acqua e l’esigenza di riempire il serbatoio.

I vasi con riserva d’acqua costano ovviamente un poco di più di quelli normali, perché hanno un livello tecnologico più evoluto. Ma i vantaggi offerti dai vasi con riserva d’acqua sono molteplici. Proviamo a elencare i principali. Anzitutto un’irrigazione calibrata per ogni pianta poiché sono le stesse radici che “bevono” l’acqua quando ne hanno bisogno. La pianta inoltre non andrà in stress idrico, perché avrà sempre la giusta quantità d’acqua: eviteremo così di perdere delle piante perché ci dimentichiamo di bagnarle o perché affette da malattie fungine a causa di un’irrigazione eccessiva. Quanti soldi abbiamo perso per l’acquisto di piante morte per nostri errori di irrigazione? L’investimento in vaso con riserva d’acqua ci tutela da questo rischio.

Un altro vantaggio, non secondario, è il minor tempo da dedicare all’irrigazione. Che fra l’altro ci verrà ricordata dalla “spia galleggiante”.

La raccolta dell’acqua piovana

Abbiamo già scritto in questo Blog per irrigare le piante in vaso l’acqua migliore è quella piovana.

Oltre a essere gratis, l’acqua piovana non contiene il cloro e il calcare presenti nell’acqua del rubinetto. Presenze poco gradite dalle piante tropicali d’appartamento che richiedono frequenti nebulizzazioni sulle foglie, come le Orchidee. L’acqua calcarea non è amata neanche dalle piante acidofile: a lungo andare tende a diminuire l’acidità del pH del terreno, necessaria per la crescita sana di questo tipo di piante.

Chi ha la fortuna di avere un giardino può utilizzare un serbatoio da posizionare nei pressi del tubo pluviale di scarico. In commercio ci sono modelli esteticamente gradevoli che si integrano benissimo in qualsiasi giardino. Raccolgono e filtrano l’acqua piovana per renderla disponibile per l’irrigazione del giardino. Nei giardini tedeschi, dove l’acqua si paga a consumo, tutti si dotano di sistemi per la raccolta dell’acqua piovana per ridurre i costi annuali di questo bene prezioso.

Se il terrazzo è abbastanza ampio e ha una parte esposta alla pioggia, possiamo prevedere la presenza di un contenitore per la raccolta dell’acqua piovana. Lo copriremo nei giorni di sole, per evitare l’evaporazione, e lo scopriremo quando piove. Ci sono serbatoi dotati di rubinetto, per esempio per riempire l’annaffiatoio, o serbatoi collegabili a impianti di micro-irrigazione. Con questi ultimi uniamo il duplice obiettivo di consumare solo l’acqua necessaria, grazie alla micro-irrigazione, e di usare la gratuita e naturale acqua piovana.

Se, infine, il nostro terrazzo è troppo piccolo per ospitare in modo stabile un serbatoio, perché non raccoglie l’acqua piovana semplicemente lasciando l’annaffiatoio o un secchio sotto il temporale? Non la potremo conservare, ma domani le nostre piante avranno a disposizione un’acqua naturale.

Se vuoi sapere come irrigare le piante quando vai in vacanza, leggi questa notizia!

Foto tratte dai siti di Lechuza, Claber e Gardena.

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